UNO STUDIO INTERNAZIONALE SUL CASO “FARFALLE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO”

Lunedì, 29 Gennaio 2018

Al simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit che si terrà dal 6 all’8 aprile alla Southampton University, in Gran Bretagna, uno dei più importanti appuntamenti scientifici mondiali sui lepidotteri, verrà presentata anche l’esperienza in corso all’Isola d’Elba con un lavoro intitolato “Building a conservation community: the caso of Tuscan Achipelago butterflies” (Costruire una comunità di conservazione: il caso delle farfalle dell'Arcipelago Toscano) al quale hanno partecipato Dapporto, Cini, Menchetti, Bordoni, Ghisolfi, Negroni (Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Firenze), Vodă, Bonelli, Casacci, Balletto (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università degli Studi di Torino), Dincă 8 Department of Ecology and Genetic, University of Oulu, Finlandia), Scalercio (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Unità di Ricerca per la Selvicoltura in Ambiente Mediterraneo), Hinojosa, Vila (Institut de Biologia Evolutiva .CSIC-Universitat Pompeu Fabra Barcelona), Shreeve (Centre for Ecology, Environment and Conservation, Department of Biological and Medical Sciences, Oxford Brookes University), Dennis (Institute for Environment, Sustainability and Regeneration, Staffordshire University) la presidente del Parco regionale della Maremma Lucia Venturi e gli elbani Umberto Mazzantini (Legambiente Arcipelago Toscano), l’entomologo Leonardo Forbicioni e la direttrice del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelli.


Il leader del team di ricerca, Leonardo Dapporto, spiega che «Gli ambienti insulari rivestono un enorme interesse per la conservazione delle farfalle. Infatti le isole apportano un contributo alla biodiversità molto grande rispetto alla loro superficie. Nonostante questo, le popolazioni insulari sono esposte ad alti rischi di estinzione. Le isole dell'Arcipelago Toscano spiccano fra tutte le isole europee per il loro altissimo contributo alla biodiversità. Per questa ragione, negli ultimi quindici anni, istituzioni accademiche e associazioni, insieme a un gran numero di cittadini hanno creato una comunità di conservazione per le farfalle dell'Arcipelago Toscano finalizzata a promuovere la ricerca, a divulgarne i risultati e a coinvolgere le comunità locali nella protezione delle farfalle».


Nel contributo che verrà presentato e discusso Al simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit, i ricercatori sottolineano che «Questa estesa attività ha permesso di creare un importante database composto da dati faunistici, da informazioni ecologiche e da più di mille sequenze molecolari sulle comunità di farfalle di ogni isola dell'Arcipelago. Durante questa attività molte specie ritenute scomparse su determinate isole sono state riscoperte, tra cui la specie endemica italiana Zerynthia cassandra. Questi dati hanno anche permesso di identificare nel declino della vegetazione naturale e nei cambiamenti climatici i più probabili fattori di estinzione delle farfalle su queste isole. Tutto questo ha permesso di redarre le priorità per la conservazione di questi insetti e di identificare una serie di azioni di conservazione che dovranno essere messe in atto nei prossimi anni per salvaguardare la diversità unica di queste isole».


L'abstract della ricerca internazionale sul “caso” dell’Elba e dell’Arcipelago Toscano conclude«In base a queste linee guida è stato possibile identificare un'area dell'Isola d'Elba di eccezionale valore per la conservazione delle farfalle e di istituirvi il Santuario delle Farfalle "Ornella Casnati". Qui la conservazione delle farfalle si associa a una incessante azione di divulgazione. Il caso dell'Arcipelago Toscano rappresenta un'esperienza altamente virtuosa nel focalizzare l'interesse di diverse elementi della società verso la protezione di un gruppo animale spesso trascurato e crediamo possa funzionare da esempio per creare simili comunità di conservazione in altre simili realtà».


25 gennaio 2018

 

La farfalla di San Piero vola dall’Elba a Southampton

Presto interventi minimi per migliorare i siti di Aristolochia e sviluppare una popolazione più grande di Zerynthia Cassandra

Quella che è stata battezzata la farfalla di San Piero (la Zerynthia Cassandra elbana) e l’esperienza del Santuario delle Farfalle Ornella Casnati dell’Isola d’Elba saranno protagoniste del  simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit che si terrà dal 6 all’8 aprile alla Southampton University, in Gran Bretagna, uno dei più importanti appuntamenti scientifici mondiali sui lepidotteri.

Infatti, un team di ricercatori del Dipartimento di biologia dell’università degli studi di Firenze (Ghisolfi, Bordoni, Cini, Lazzaro, Negroni, Benetello, Platania, Coppi, Foggi, Dapporto) presenterà a Southampton la ricerca “Identifyng the optimal host plant features to preserve an endangered insular population of Zerinthia Cassandra – Identificazione delle caratteristiche ottimali delle piante ospiti per e caratteristiche ottimali per preservare una popolazione insulare minacciata di Zerinthia Cassandra”.

Nell’abstract della ricerca inviato al  simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit dai ricercatori toscani si sottolinea che «Zerynthia polyxena è una specie di farfalla inclusa nell'annesso IV della direttiva habitat. La decisione si basa sul fatto che gli ambienti in cui crescono le poche specie di Aristolochia di cui questa farfalla si nutre sono in forte riduzione.  Le popolazioni dell'Italia peninsulare rappresentano una specie distinta, Zerynthia cassandra, uno dei più importanti endemismi Italiani tra le farfalle. La Cassandra vive in due sole isole, l'Elba e la Sicilia, dove mostra linee genetiche distinte che a loro volta rappresentano quindi popolazioni endemiche. La popolazione elbana è ad alto rischio di estinzione poiché vive in una piccola area di circa 4 km quadrati soggetta a frequenti incendi e in gran parte fuori dal perimetro del Parco Nazionale».

Il team di biologi dell’università di Firenze spiega che «In quest'area crescono due specie di Aristolochia (Aristolochia rotunda eAristolochia lutea). Le due piante  preferiscono situazioni ambientali diverse tra quelle che si trovano in quest'area: macchia mediterranea, campi abbandonati, prati e margini di boschi di pino. Lo scorso anno sono stati portati avanti studi di campo per definire l'estensione esatta della popolazione elbana di Cassandra. Inoltre sono state identificate le caratteristiche delle piante ospiti e dei vari siti (stato vegetativo, irraggiamento, esposizione, distanza tra piante) che rendono possibile la deposizione delle uova e la crescita delle larve. I dati raccolti mostrano che le due specie di piante apportano un simile contributo nutrizionale e che la possibilità di ospitare larve dipende da una complessa combinazione di irraggiamento, stato vegetativo delle piante e vicinanza tra le medesime».

E’ da qui che parte un’ulteriore fase dei progetti legati al Santuario delle farfalle Ornella Casnati dell’Isola d’Elba, con interventi che verranno attuati nelle prossime settinane.  I ricercatori spiegano ancora: «Questi risultati rendono possibile l'individuazione di interventi minimi, mirati a migliorare i siti di Aristolochia già esistenti per renderli ottimali allo sviluppo di una più grande popolazione di Zerynthia. L'intervento individuato sarà quello di ripulire il margine dei sentieri nei siti in cui già esistono piante di Aristolochia coperte da una fitta vegetazione di rovi, cisti o altri arbusti. Questa azione aumentarà l'esposizione al sole di queste piante rendendole disponibili alla deposizione delle uova. L'operazione dovrà svolgersi nei mesi invernali del 2018 nelle settimane precedenti allo sviluppo delle piante e al volo delle farfalle».

Insomma, la “farfalla di San Piero” sta continuando a suscitare grande interesse scientifico e le iniziative e gli studi scaturiti dal Santuario delle farfalle e dal sostegno dato alla ricerca da Legambiente e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano hanno portato a importanti scoperte scientifiche che potrebbero consentire di salvaguardare specie e sottospecie rare e il mondo della ricerca internazionale è sempre più interessato e affascinato da un endemismo insulare elbano e dalla sua misteriosa vita, delle quali non si sapeva niente prima che venisse scoperta la farfalla di San Piero.